Déjà-vu

Gavino Sanna sarà il fantino de La Flora per il Palio 2018.  Per alcuni è un semplice outsider, per altri rappresenta già una minaccia.  Ma che tipo di impatto potrebbe avere un prodotto delle “regolari” sul nostro Palio?  Proviamo a scoprirlo attraverso il parere di 5 addetti ai lavori che lo conoscono meglio di noi.

 

In un pomeriggio di metà gennaio, Gavino Sanna è tornato ad affacciarsi nel panorama paliesco.  Lo ha fatto a modo suo, mai banale.  Dopo aver fallito l’accesso diretto alla finale del Palio di Buti, è riuscito a trovare la forza per vincere la batteria di recupero ma soprattutto per imporsi alla resa dei conti.  Mai nessuno prima di lui era riuscito a vincere a Buti dopo aver corso tre batterie.  Una vittoria, ma anche una nuova pagina nella storia del Palio cittadino.  Un Palio, quello butese, che per le sue peculiarità è sempre sembrato un po’ distante da tutto e da tutti.  Forse perché si corre a gennaio, o forse perché è un palio alla lunga.  Forse anche perchè si usa la sella e spesso i fantini provengono da un parterre ibrido, fatto di jockey professionisti ed esponenti del circuito della monta a pelo.  L’adozione, poco più di dodici mesi fa, degli anglo-arabi l’ha fatto riscoprire al di sotto del Po, allontanandolo invece dai radar legnanesi.  Se prima poteva essere un banco di prova per saggiare alcuni soggetti papabili per il Palio di Legnano, ora rimane un appuntamento da cui, per noi, è difficile cogliere indicazioni utili.

Nonostante la doverosa premessa, lo scorso gennaio Gavino ha dimostrato di saper reggere bene la pressione anche quando si tratta di vestire i panni del favorito.  A differenza dello scorso maggio, quando da assoluto outsider ha stupito tutti andando a vincere nella Buca d’Andrea.  Una tappa obbligata, Fucecchio, per la consacrazione di quei fantini prodotti dall’ippodromo ma con la vocazione per la monta a pelo.  Come Simone Mereu, che nella Buca ha trovato il suo habitat naturale, o come Silvano Mulas, che dalla Buca ha poi spiccato il volo, andando a vincere persino sul tufo di Piazza del Campo.

È questa la carriera che aspetta Gavino Sanna?  È presto per dirlo.  Al momento sembra però seguire le orme del collega più titolato.  Acquisita credibilità nella kermesse fucecchiese, può continuare il suo processo di crescita puntando, come aveva fatto Voglia a suo tempo, sul Palio di Legnano.   A dargli fiducia sarà La Flora, proprio la Contrada in cui il Mulas esordì, vincendo, nel 2009.  Non può essere un caso.  Al Cascinone hanno un feeling particolare con questo tipo di profilo, un po’ alternativo, un po’ affamato, un po’ mina vagante.  La loro storia parla chiaro.  Mai tanta fortuna con i big di Piazza, Ciancone e Cianchino per citarne un paio, tante soddisfazioni invece con il volto meno patinato del Palio.  Quello che in Provincia lotta ogni anno per avere, a luglio e agosto, uno dei dieci giubbetti disponibili tra i canapi senesi.  Quello che in Provincia ha dovuto ritagliarsi il proprio angolo di cielo.  Il leader maximo di questa categoria è senza dubbio Valter Pusceddu, che qualcuno in maniera un po’ avventata ha allontanato per sempre da Legnano.  Pescherà da lui quest’anno la stalla rossoblù, e forse non poteva esserci posto migliore da cui ripartire dopo la fine del rapporto con Renato Gigliotti.  Dietro gli ultimi successi della Contrada c’è sicuramente tanto del know-how della Scuderia di Seggiano, ma se è vero che l’allievo è destinato a superare il maestro rimane la paura fondata che la nuova Commissione Corsa rossoblù abbia imparato l’arte e l’abbia messa da parte.

Ecco uno dei motivi per non sottovalutare Gavino Sanna, che con la sua leggerezza potrebbe finalmente dare ragione a chi sostiene che sull’anello dello Stadio Mari il peso sia una componente importante.  Per capire meglio l’impatto che potrebbe avere a queste latitudini abbiamo raccolto il parere di 5 esperti, che proveranno a farci conoscere meglio il ragazzo di Burgos.

 

Enrico Querci – Cronista ippico, responsabile per la formazione dei fantini a San Rossore e grande appassionato del Palio di Siena

L’ippica e i Palii sono stati per molti anni mondi confinanti che raramente interagivano. O perlomeno, se questo avveniva era di sottecchi, quasi che assistere a un Palio fosse, per gli ippici, una sorta di “disonore”.  I tempi cambiano, le situazioni pure e negli ultimi anni il mondo paliesco ha fatto parlare sempre più di sé: vuoi perché le tradizioni sono sempre molto forti mentre il governo dell’ippica è sempre più labile, vuoi perché essere proprietario di un cavallo che partecipa alle corse negli ippodromi e a uno o più Palii è sempre più frequente. Anzi, verrebbe da dire che in molti casi per fortuna che ci sono i Palii che tengono viva la passione degli ippici!  Un discorso simile può certamente essere fatto anche per i fantini che, più o meno, hanno sempre fatto parte anche dei circuiti palieschi. Magari erano quei fantini che in ippodromo non raccoglievano molti successi ma anche in questo caso la loro partecipazione a un Palio restava (o si cercava di farla restare) in tale ambito, quasi fosse un’onta indelebile.  Se mai ce ne fosse stato bisogno, Buti ci ha recentemente ricordato che un fantino può essere bravo in pista e bravo in un Palio e nessuno lo biasima. Gavino Sanna si è avvicinato da qualche anno a queste manifestazioni, un po’ sottovoce, come è nella sua attitudine, e con tutte le difficoltà che un “fantino da sella” può trovare in un Palio, ma si è adattato bene. Gavino ma anche altri fantini delle corse “regolari” ci stanno provando, e nel primo Palio dell’anno i tre finalisti sono tutti usciti dalla Scuola Ippica San Rossore che, purtroppo, sembra aver chiuso per sempre i suoi battenti. Gavino è tornato da dove era partito: dai palietti di paese a Foresta Burgos e dintorni, ha seguito le tracce del fratello Mario e nel 2006 ha superato il corso pisano per poi iniziare a montare negli ippodromi. In 12 annate ha raccolto quasi 600 vittorie con uno strike rate superiore al 10%. A questi successi Gavino adesso può aggiungere, con orgoglio, anche due Palii.

 

Eddy Leone – Capocontrada vincente della Contrada San Rocco (Buti)

Forse sono ancora troppo coinvolto per riuscire a dare un giudizio obiettivo su Gavino Sanna, ma basta riguardare la finale di quest’anno a Buti per farsi un’idea delle sue qualità.  Riesce a dare una mossa perfetta, anche se alcuni ritengono sia ancora un suo tallone d’Achille, e poi copre bene il rientro dei rivali scegliendo le traiettorie migliori, non concede mai spazio e durante l’azione cambia mano con una facilità che solo i grandi di questo mestiere hanno.  Il successo a Fucecchio è stato solo l’inizio.  A Buti si è espresso in un modo che nemmeno lui, forse, riteneva possibile e adesso ha acquisito la consapevolezza giusta per provare a fare il salto di qualità.  Per Buti si è dimostrato un fantino perfetto, ma anche per il Palio di Legnano – che seguo e apprezzo molto – può rivelarsi tale.  Le condizioni sono diverse ma, a parte il vantaggio del peso, dal punto di vista tecnico sarà determinante la sua capacità di impostare l’andatura.  Viene poi l’aspetto caratteriale.  Il lato umano è uno dei suoi punti di forza: non si può non diventarci amici quando si ha l’occasione di trascorrere così tanto tempo insieme.  Gavino non è solo un fantino.  E’ un professionista scaltro e dal cuore enorme, con una gran voglia di rimboccarsi le mani.  Se la Contrada gli saprà dare la tranquillità giusta potrà fare bene anche a Legnano.  Alcuni lo vedono lontano dalla stanza dei bottoni e, visto che negli ultimi anni sono stati i big a determinare le sorti della corsa, pensano che questo possa essere un problema.   Avendo avuto modo di girare insieme a lui in questi mesi posso dire che Gavino gode del rispetto anche dei suoi colleghi più illustri.  Nessuno gli regalerà niente, ma state certi che il Gavino che conosco correrà per vincere e a quel punto non è detto che non siano gli altri a doversi preoccupare di lui.

 

Francesco Zanibelli – Giornalista, grande esperto di Palio e mente de “La Voce del Palio”

Con la scelta di Gavino Sanna, La Flora potrebbe rappresentare una potenziale “mina vagante” nel Palio di Legnano 2018. Dal punto di vista tecnico si tratta di una monta di tutto rispetto e con il recente successo al Palio di Buti, per i colori di San Rocco con Bomario da Clodia, ha già dimostrato di essere in ottima forma.  Gavino nasce come fantino “da pista”.  Le corse regolari sono il suo “habitat naturale” ma – complice anche la grave crisi dell’ippica italiana – ha iniziato, come anche altri fantini provenienti dalle corse regolari (vedi ad esempio Cristiano Di Stasio), ad avvicinarsi gradualmente al mondo delle corse a pelo, dove peraltro si era già cimentato ai suoi esordi in Sardegna.  Da alcuni anni ha iniziato a montare con regolarità al Palio di Buti (dove però ha riportato la vittoria solo quest’anno) e alle Corse di Primavera a Fucecchio iniziando un rapporto con la Contrada Sant’Andrea. Come lui stesso ha dichiarato, intervistato dalla Voce del Palio:

“I primi incontri risalgono a quando montavo in pista un cavallo, Melantò, di uno di loro, poi il rapporto si è allargato allo staff Palio e alla Contrada ed è sempre rimasto buono”

Sant’Andrea è stata molto importante nella “formazione paliesca” di Gavino Sanna. Grazie ai consigli dei dirigenti rossoverdi, ha iniziato a capire i meccanismi del mondo del Palio, così diversi da quelli delle corse regolari.  Nel 2015 ha già la possibilità di esordire con il giubbetto rossoverde, ma la dirigenza preferisce optare per Valter Pusceddu su Quercino. L’anno seguente, nel 2016, a Sant’Andrea viene assegnato Quisario, interessante soggetto della scuderia di Adrian Topalli. Finalmente per Gavino si concretizza l’esordio in Buca. Riesce ad arrivare in finale, ottenendo un ottimo terzo posto dietro a Porta Bernarda e a Massarella, vittoriosa in quel Palio con Giuseppe Zedde e Matato.  Arriviamo poi al 2017, l’anno della sua consacrazione nel mondo dei Palii. A Fucecchio monta ancora per i colori di Sant’Andrea sull’esordiente Tiepolo, cavallo della scuderia di Fabio Fioravanti. Riesce a vincere la batteria e in finale, con una bellissima progressione da dietro, ha la meglio sugli avversari, vincendo un grandissimo Palio. Nel mese di agosto da segnalare anche la vittoria del Palio di Santa Maria a Scò (Arezzo) su Ribelle da Clodia.  Quest’anno, infine, c’è stato l’inizio con il “botto” con la vittoria a Buti dopo varie volte in cui aveva soltanto sfiorato il successo finale. In conclusione, secondo me Gavino Sanna, per le sue caratteristiche fisiche e tecniche, può fare molto bene nella pista di Legnano e sarà dunque interessante vederlo all’opera a partire dai due appuntamenti al Centro Ippico La Stella del 18 marzo e del 22 aprile.

 

Michele Pellegrini – Ex-capitano della Nobile Contrada Sant’Andrea (Fucecchio)

Gavino lo conosco bene.  È un vincente ma a Legnano si scontrerà con una situazione nuova, non tanto legata al feeling da trovare con la pista o con i cavalli, ma connessa alla forte politica paliesca con la quale dovrà misurarsi.  Servirà un Capitano coraggioso ed esperto per aiutarlo sotto questo aspetto, e Cristian Parini mi sembra avere entrambe le qualità.  Uscire dagli schemi non è facile, ma è una scelta che ha anche i suoi vantaggi.  Lo puoi fare se sei capace e se pensi sia meglio farlo.  A Fucecchio, il meccanismo della tratta dà un piccolo vantaggio a chi ha meno agganci, perché porta le Contrade a cogliere il momento, al di là della politica.   Quando ho deciso di portare Gavino in Sant’Andrea, l’ho fatto spinto dalla voglia di non essere preso in giro, e può succedere quando i fantini non sono in grado di abbracciare la bandiera come te.  Affidandomi a qualcuno che militasse al di fuori della solita politica senese ho trovato la giusta serenità per affrontare il Palio, altrimenti quando il gioco si fa duro rischi di doverti pure guardare le spalle.  Con Gavino invece, alla peggio, si gioca a chi l’ha più lungo, se lo tira.  Ovvio che a Legnano si vedano analogie con Silvano Mulas, ma anche se sembra seguirne le orme, sotto il profilo tecnico ci sono piccole differenze.  Silvano era più “stiloso” nel mandare ma Gavino, pur non avendo l’eleganza del collega, è comunque un ragazzo sveglio.  Anche in partenza, nonostante quanto si dica.  È come i cavalli.  Alla mossa la prima volta può essere diffidente, poi però capisce alla svelta e ogni volta va sempre meglio.  Adesso lo aiuterò ad arrivare a Legnano nella migliore condizione possibile, convinto che possa fare bene anche lì.

 

Eleonora Mainò – Front-women e primissima penna de “Il Verrocchio”

Gli amici di Oltre la Mossa mi chiedono di Gavino Sanna.  Gavino, insieme al Verrocchio e Siena TV, lo seguiamo da qualche anno, dai suoi esordi nel mondo della Provincia, prima Buti, poi qualche corsa a Primavera, poi Fucecchio.  A Gavino Sanna, Gavineddu, si riconoscono le doti classiche del fantino di pista prestato alla Provincia, dico prestato perché questo rimane il grande dubbio, quale sarà la sua scelta definitiva.  Fin troppo onesto nel riconoscersi inadatto per Siena (gli si imputano gambe troppo corte), non gli è bastato il successo a Fucecchio in Sant’Andrea per decidere da che parte stare, forse non gli servirà in aggiunta nemmeno quello a Buti.  Potrebbe, e lui stesso si confessa pronto, servire l’esordio a Legnano nella nuova Flora.  Potrebbe, perché il Palio di Legnano, per quanto adatto ai fantini in teoria più tecnici, trova poi risoluzione nei grandi big, quelli che il Palio lo sanno gestire con le parole e che puntano a schizzare primi, consapevoli delle difficoltà a Legnano, in quella pista, di superare.  Ecco, qui forse Gavino Sanna potrebbe accusare un gap, nella politica e nelle doti in partenza.  Ma La Flora è desiderosa di ricominciare.  Il rapporto tra Gavino Sanna e Valter Pusceddu sembra ad ora di fiducia e saldo.  Il tempo darà le risposte che adesso cerchiamo.  Certo è che se non è bastato Fucecchio a scegliere, per di più dopo una vittoria, è difficile pensare che Legnano , dove ad oggi a cavallo sono i grandi big, segnerà il passo per una scelta definitiva.  Ma la vera domanda è: per la Flora, per aprire un nuovo corso, seppur con grandi cavalli sulla carta, c’è bisogno di un fantino che a livello politico può essere così lontano, per scelte, dal grande gioco del Palio?