8 domande per andare oltre i risultati dell’ultima riunione legnanese.

Ancora sei corse, più una batteria di recupero, per gli ultimi esperimenti delle 8 Contrade in vista del Palio del prossimo 2 giugno.  Tra dirigenze affamate di conferme e commissioni corsa impegnate a registrare la propria rotta, lo spazio per gli errori era ridotto al minimo.  L’ultimo appuntamento al Centro Ippico Etrea rappresentava uno snodo cruciale a queste latitudini; una “Capo Horn” da doppiare che non tutti gli equipaggi impegnati domenica scorsa hanno superato indenni. Tra vascelli incagliati nelle secche e velieri in balia delle onde, solo Genarmoly ha dato l’impressione di veleggiare con implacabile eleganza, incurante dei problemi altrui. Da lui, ancora una volta, ripartirà la caccia al Palio di Legnano 2019. Attraverso 8 domande proveremo a interpretare, cercando di non farci condizionare troppo dai risultati, i segnali che l’ultima giornata di corse lombarde ci ha lasciato in dote. Buona lettura.

1. La prima uscita stagionale di Genarmoly ha rappresentato il piatto forte di giornata. Alla luce dei risultati, come ne escono i diretti rivali, battuti nella 2° batteria?

Ogni volta che Genarmoly esce dal box, per calcare l’all weather di Legnano, cresce esponenzialmente l’attesa di pubblico e addetti ai lavori. Non poteva essere diverso domenica scorsa, quando in tanti speravano, vedendolo nuovamente in pista, di dare finalmente un’unità di misura alle prestazioni dei vari – supposti – contender. La corsa in realtà ha tradito in parte le attese, dimostrandosi piuttosto piatta e incolore se approcciata con gli occhi di un osservatore esterno e disinteressato. Genarmoly, frizzante alla mossa, ha preso fin dai primi metri il comando delle operazioni, stroncando sul nascere le velleità di confronto di Normanprice e Fortnite. I rivali diretti ne escono sconfitti su più fronti, ma differenti erano le risposte che le dirigenze di San Domenico e Legnarello cercavano da questo confronto. Nemmeno le altre consorelle, ad oggi rimaste semplici spettatrici, possono però rientrare nei loro manieri prive di preoccupazioni.

2. Una scelta controproducente, quindi, quella di Legnarello e San Domenico?
In senso assoluto, no. Serviva coraggio per rispondere alla provocazione pacifica di Valter Pusceddu e della stalla (bianco)rossoblu e presentarsi al canapo al fianco del purosangue migliore della Provincia. Altri hanno preferito mantenersi a distanza dal confronto diretto, rimandando la resa dei conti al giorno del Palio. Diverso l’approccio di Tittìa e Amsicora, che già adesso hanno voluto – forse preteso persino – misurarsi con lui, con il migliore. Uno stesso desiderio, però, può nascondere un retro pensiero differente. Per Giovanni Atzeni, dopo le buone risposte avute da Fortnite ad inizio aprile, impreziosite dal successo nel Gran Premio, era il momento di testare il nuovo soggetto contro un avversario più competitivo. Immaginiamo servisse un risultato eclatante del nuovo arrivato nella stalla giallorossa per convincere fantino e dirigenza a pensionare anticipatamente l’esperto e affidabile Pipistrello, che torna ad essere il più quotato per rappresentare il popolo di via Dante nel prossimo Palio. La corsa di Normanprice invece farà vivere un mese difficile alla dirigenza biancoverde, che dopo il Palio dello scorso anno aveva bisogno di ridare credibilità alla propria candidatura per il ruolo di favorita. Scelta tutto sommato corretta però, viste le ambizioni della Contrada guidata dall’esperto Sandro Bondioli, quella di provare a studiare da vicino il principale rivale. Sicuramente Antonio Siri, che domenica ha provato soltanto lo spunto alla mossa e un giro scarso al galoppo, ne avrà approfittato per capire quali contromosse possono risultare più efficaci qualora dovesse ritrovarsi fianco a fianco con Gavino e Genarmoly. Anche perchè, di evidenti, non sembrano essercene.

3. Come vanno letti invece i verdetti del Gran Premio, che al netto di un hype piuttosto contenuto ha riservato non poche sorprese?

Per i primi due appuntamenti, il Gran Premio ha rappresentato il culmine della giornata di corse. Anche sotto il profilo agonistico, la finale di inizio aprile ha fatto respirare aria di vero Palio al pubblico presente. Domenica scorsa invece, complice la presenza dei cavalli esperti, i più attesi, nelle corse secche del mattino, il Gran Premio ha perso un po’ di appeal. Invece, già di prima mattina, con lo switch dei soggetti di Gingillo – Kyllachy II dirottato nella 1° corsa secca e l’esperto Biliardino mandato a contendersi il G.P. (2° batteria) – è cresciuta la curiosità attorno a questa simulazione di Palio pomeridiana. La seconda sorpresa arriva dalla prestazione in chiaroscuro dell’accoppiata rossobiancorossa, con Carlo Sanna che non riesce a portare Pantera in finale, nonostante una batteria abbordabile, almeno sulla carta. Leggera involuzione o pretattica? Terza sorpresa, la vittoria di Assassino, nuovo elemento della stalla gialloverde, apparso già a suo agio nello stretto, nonostante fosse al debutto assoluto in Provincia. Da ultimo, una menzione per London (Andrea Mari) e Up to You (Dino Pes, cavallo di Donato Calvaccio), usciti finalmente dall’anonimato delle prime riunioni, che vincono a sorpresa le due batterie del Gran Premio. I verdetti, comunque, dicono poco. Difficile, infatti, che siano sufficienti a spostare le gerarchie interne di Sant’Ambrogio e Sant’Erasmo, che potrebbero al limite aver trovato i soggetti giusti per la Provaccia. Difficile che possano bastare a tranquillizzare San Martino; con una rivale tanto forte non basta aver dato i primi segni di vita. Difficile che mettano dubbi a San Magno sulla sua accoppiata, anche se la dirigenza dovrà lavorare per ritrovare il Brigante concentrato e aggressivo visto nelle prime due uscite.

4. Di Genarmoly abbiamo già detto, la stalla di Valter Pusceddu può però contare anche su San Luca, autore di un’ottima performance nella 3° corsa secca di giornata. Bighino si candida così a diventare il “Narduzzi” dei purosangue?

Difficile pareggiare a livello numerico la diffusione dei “da Clodia” che regolarmente prendono parte ai diversi Palii in giro per l’Italia. Tuttavia Valter Pusceddu ha dimostrato di avere in stalla tre soggetti potenzialmente adatti – chi più chi meno – a recitare il ruolo di primo cavallo in ognuna delle 8 Contrade. La squalifica a vita che gli impedisce di tornare a montare sulla pista di Legnano, oggi lo mette nell’invidiabile posizione di poter giocare su più tavoli, massimizzando al massimo gloria e – immaginiamo – profitti. Per ora possiede il purosangue più forte, e tanto basta. Difficile dire se un domani potrà mantenere lo stesso livello. La sua capacità di scelta sembra migliorare con il tempo. Cavalli dal motore importante, in grado di adattarsi al pista con relativa facilità. Nello specifico impressiona il processo di crescita di San Luca, che all’esordio è sembrato in difficoltà a tenere la corda e i cambi di ritmo, ma che a distanza di tre settimane ha destato ottime impressioni contro Wallykazam e The Best Game (alias Biliardino, probabile prima scelta di Gingillo). Questo fa capire, al di là di ogni dietrologia, che tipo di allenatore sia Valter per questo tipo di contesto. Restano ancora un paio di difetti da limare, ma il modo in cui rinviene dall’esterno all’inizio del secondo giro dimostra la bontà del materiale su cui Valter sta lavorando.

5. Dopo aver parlato di grandi cavalli, cerchiamo qualche certezza tra i fantini. Gingillo sembrava in difficoltà durante l’inverno, ma domenica scorsa ha dato segnali importanti. Al netto di Genarmoly resterebbe lui il nome da battere?

Abbiamo esaurito gli aggettivi per descrivere l’abilità intrinseca di Giuseppe Zedde nell’arrivare preparato all’appuntamento legnanese. Impossibile stupirsi ancora del suo feeling con la nostra città e il suo Palio. Eppure, come bambini, corsa dopo corsa, anno dopo anno, continuiamo a farlo. A stupirci. Arriverà un giorno in cui sbaglierà la scelta di un cavallo. In cui steccherà una batteria. In cui si presenterà da outsider. Forse. Per ora invece, anche quando sembra in difficoltà, non perde mai il suo tocco magico. Biliardino, un po’ in ombra a marzo, torna a convincere in entrambe le corse disputate settimana scorsa. Kyllachy II, pur non arrivando a insidiare la memoria del predecessore di cui porta – senza scaramanzia di sorta – il nome, resta un esordiente di lusso. Assassino però è il vero coniglio dal cilindro. All’esordio in Provincia si cala alla perfezione nel contesto paliesco, tiene fuori il chiacchierato Pantera in batteria e poi, come se nulla fosse, va a vincere la finale del Gran Premio con inquietante facilità. Non si può far altro, andando via dai box, che complimentarsi con lui stringendogli la mano. Perché c’è un extraterrestre di mezzo, altrimenti sarebbe lui il vero oggetto del desiderio delle 8 dirigenze legnanesi.

6. Tocchiamo un tema particolarmente caldo: la separazione tra Andrea Mari e San Martino. Che scenari possono aprirsi ora?

Se nessuno può dirsi soddisfatto dell’ennesima dimostrazione di forza dell’accoppiata de La Flora, San Martino si trova sicuramente nella posizione peggiore. Di nuovo. Capitan De Pascali e la sua dirigenza, chiamati a reagire dopo la pesante affermazione della nemica nel 2018, hanno davanti ancora un mese abbondante di lavoro “matto e disperatissimo”. Il fantasma di Uprise aleggia. Il ricordo delle sue potenzialità resta un monito per le rivali, ma potrebbe condizionare, dopo l’improvvida esclusione dello scorso anno, le scelte biancoblu. Brio ha provato tanto in primavera, trovando solo all’ultimo un segnale da London, primo a sorpresa nella prima batteria del G.P., ma poi nuovamente anonimo in finale. Se la Contrada non può permettersi un’altra resa incondizionata, neppure Andrea Mari avrebbe potuto recitare ancora il ruolo della vittima sacrificale. Un “Palio contro”, con Brio, lo si può fare. Lo ha dimostrato Botteghe, che gli ha chiesto senza vergogna di fermare l’esordiente Simone Fenu, ritenuto più competitivo. Situazione ambientale diversa da quella che avrebbe potuto trovare qui a Legnano dove l’avversario, più nobile certo, è spalleggiato da un politicamente rilevante Valter Pusceddu, nonché da un’approccio più persuasivo della dirigenza che lo accompagna. In questo anche il ruolo di fantino ufficiale del Bruco avrà giocato la sua parte. Sarà Silvano Mulas, il sostituto d’eccellenza. Smentendo così i pronostici che volevano un killer prendere il posto di Brio in Via Dei Mille. Voglia,difatti, non è certamente il più adatto ad un Palio difensivo. Sarebbe infatti come chiedere a Johan Cruyff di fare legna a centrocampo: folle e anche un po’ inutile. Nonostante l’immensa bravura del fantino di Dorgali, resta l’evidenza che Silvano non è un partente, poco da dire, e se Genarmoly scappasse via potrebbe esserci poco da fare con i soggetti oggi a disposizione della stalla biancoblu. La certezza in ogni caso è che Antonio De Pascali, oggi Capitano anziano, ha sulla spalle l’onore della sua Contrada, ma – forse esagerando – pure la credibilità dell’intera kermesse, che deve riscoprire la necessità di una nemica che svolga appieno la sua parte.

7. Chi invece non lascia trasparire alcuna preoccupazione è San Bernardino, fiero spettatore in quest’ultima giornata di corse a Legnano dopo una non esaltante prova ad inizio aprile. Hanno un asso nella manica?

Dire che San Bernardino sia uscita soddisfatta dalla riunione di inizio aprile è una forzatura. L’Inglesino, il soggetto provato dal loro portacolori Simone Mereu, è sembrato ancora acerbo in determinati passaggi, nonostante abbia dimostrato di valere l’interesse degli addetti ai lavori. Dopo la sua fugace apparizione lo scorso anno, sulla pista del Centro Ippico “La Stella”, ma soprattutto durante le prove del venerdì mattina, lo avevamo addirittura indicato come possibile erede del più quotato compagno di stalla. In tutta onestà, pensavamo – e speravamo – di rivederlo a fine mese. Anche per capire se il feeling con Mereu, soprattutto nelle fasi della mossa, era cresciuto. Invece niente. Mereu era presente, sempre accompagnato da Capitan Sciocco, unicamente come spettatore. Negli ultimi anni la dirigenza dell’Oltrestazione non sembra aver seguito uno schema preciso, ritrovandosi con l’anonima prestazione del Murtas prima, e impostando un Palio da “tutto o niente” con Bartoletti l’anno seguente. Filo conduttore che si spezza ancora ad inizio 2019, con la Contrada che sceglie di avvicinarsi a Valter Pusceddu. Per certi versi, la scelta migliore dell’ultimo periodo, sicuramente. Una scelta non certo priva di rischi: tra l’aver chiuso l’affare dell’anno (anche in prospettiva futura) ed il fare da sgabello alla ciurma rossoblu il confine è labile. Un dubbio legittimo, anche se il ritorno di una figura come Alessandro Moroni, capitano vincente nel 2007, suggerisce di non sottovalutare i movimenti dei biancorossi.

8. Parliamo di Provaccia, che resta una vetrina importante per giovani fantini e cavalli che han bisogno di fare esperienza. Chi merita di essere seguito con particolare attenzione?

La Provaccia, appuntamento mal digerito da qualcuno, rappresenta un’opportunità per le Contrade di lavorare con un occhio rivolto al futuro. In quest’ottica, sembra che quest’anno tutte le 8 dirigenze si siano mosse bene. Al netto di San Bernardino, che non ha ancora ufficializzato la sua monta per il venerdì sera. Partiamo dai più giovani, i nostri preferiti in un certo senso. Marco Bitti, Andrea Sanna e Antonio Mula (sempre che la rottura con Andrea Mari non porti San Martino a cambiare monta anche per la Provaccia) restano, come lo scorso anno, i più interessanti da seguire. Nonché quelli con il più ampio margine di crescita. Non è un caso che fossero tutti e tre presenti nella finale del 2018, ma adesso ci si aspetta la conferma. Se può essere complicato individuare le prime scelte delle Contrade, capire con che cavallo correranno la Provaccia lo è ancora di più. Sotto questo aspetto San Domenico sembra essere messo meglio (se confermasse Wallykazam), ma anche Marco Bitti (con Adele?) potrebbe tentare il bis. Tra gli altri fantini, ce ne sono un paio in procinto di spiccare il grande salto: Bastiano Sini, già divenuto fantino di Contrada della Pantera, e Federico Guglielmi, indicato a inizio anno da Francesco Zanibelli come uno dei profili da seguire in questo 2019. Il cavallo del Guglielmi non ha entusiasmato, ma se dovesse correre con uno dei tre provati da Gingillo crescerebbero le sue quotazioni. Bastiano invece non si è ancora visto a Legnano, ma probabilmente monterà l’escluso eccellente di casa Pusceddu: ad oggi diremmo l’interessante San Luca. A entrambi potrebbe servire un successo per dare credibilità ulteriore a un’eventuale monta a Siena, e in linea teorica hanno le carte in regola anche come cavalli. Chiudiamo con Simone Fenu e Stefano Piras. Il primo, dopo il bell’esordio del 2018 a Fucecchio e la prestazione convincente al Palio di Buti, è chiamato ad una conferma in un contesto in cui può sicuramente dire la sua. Bisognerà capire con quale soggetto sceglierà di correre; dopo essere stato sballottato da Parigino nell’ultima riunione, una scelta logica potrebbe essere Up to You. Stefano Piras invece rischia di pagare un po’ la panchina corta della stalla purosangue del Tittìa. Dando Pipistrello e Fortnite come alternative per il Palio, resta a disposizione un soggetto di secondo piano, con cui sarà più difficile emergere rispetto ai nomi interessanti fatti finora. Si preannuncia comunque, come gli scorsi anni, una corsa combattuta. Sicuramente più incerta del Palio stesso.

Il conto alla rovescia fino al 2 giugno è cominciato, e con la traslazione di sabato prossimo anche ufficialmente. Nel mezzo la distrazione del Palio di Fucecchio, per ingannare un’attesa leggermente più lunga del solito. Nel frattempo, godiamoci questo mese abbondante in cui la città respirerà davvero aria di Palio.