Anno Zero

San Bernardino non conosce ancora, per il secondo anno consecutivo, il nome del proprio fantino a 100 giorni dal Palio.  Per ingannare il tempo abbiamo provato ad associare noi alcuni nomi alla giubba biancorossa.  Ecco i 5 scenari futuribili.

 

Caria, Ricceri, Minisini, Siri, Atzeni, Sanna, Murtas.  Una filastrocca che potrebbe ricordare le formazioni celebri del calcio che fu, ma che si trasforma invece in una carrellata di nomi (tra cui si nascondono 12 Palii senesi) da cui trasudano i toni freddi e malinconici con cui i giornalisti ricordano al pubblico gli innumerevoli allenatori esonerati dallo Zamparini di turno.  Un elenco che nella sua lunghezza, in relazione alla brevità del momento storico, diventa emblema delle difficoltà incontrate dalla Contrada dopo l’addio di Gingillo nel 2008.  Sette nomi.  Sette istantanee che, messe l’una accanto all’altra, prendono vita e fanno scorrere davanti agli occhi gli ultimi nove anni di Palio biancorosso.  Anni difficili, culminati con una prestazione in linea con le note vicende extra-corsa che hanno investito la passata reggenza.

Il cambio di rotta rispetto al recentissimo passato era un dovere morale nei confronti dei contradaioli, ma il percorso di rinnovamento, che ha portato all’elezione di Doriano Sciocco come nuovo Capitano, è partito con colpevole ritardo.  Anche quest’anno i contradaioli biancorossi non hanno trovato il nome del proprio fantino sotto l’albero, ma rispetto a 12 mesi fa il panorama delle monte sembra meno cristallizzato, aprendo alla nuova dirigenza opzioni di primo piano al fianco del solito gruppo di scommesse (più o meno interessanti).

Immaginando di essere davanti alla consolle, pronti a scegliere il personaggio preferito di Street Fighter, o la squadra del cuore a FIFA, o per i più nerd l’eroe più cool di World of Warcraft, abbiamo immaginato che anche i fantini potessero avere delle caratteristiche in grado di descriverli sinteticamente allo smanettone di turno.  Proponiamo 5 ipotesi futuribili per la neo-dirigenza biancorossa, pronti – ovviamente – ad essere smentiti dai fatti.

 

Continuità: Federico Guglielmi

 

Federico Guglielmi è stata probabilmente l’unica nota lieta della scorsa stagione biancorossa.  Sventolato come primo tassello di un progetto a lungo termine da Capitan Monici, partendo dal ruolo di fantino di riserva ha per lunghi tratti oscurato il primo pilota, Sebastiano Murtas.  Fin dalle corse di addestramento alla “Stella”, dove i risultati di Federico sono stati tanto superiori alle prove del compagno di scuderia da instillare più di un dubbio alla propria commissione corsa, arrivando fino alla tre giorni di Palio vero e proprio, quando ad una Provaccia di alto profilo ha fatto seguito una prestazione indegna la domenica.  Federico rimane una scommessa, ma è anche uno dei giovani più interessanti nel panorama paliesco, non solo legnanese.  Non a caso sembrava pronto ad esordire anche sul tufo lo scorso anno.  Non è il nome che può far stracciare le vesti ai contradaioli, e la poca esperienza rischia di spaventare una Contrada che non va in Finale dal 2008.  Prima o poi però bisogna iniziare a ricostruire sulle macerie, e Federico Guglielmi potrebbe essere un nome giusto in prospettiva futura, anche in virtù delle forti motivazioni del ragazzo in proiezione di palcoscenici più prestigiosi.

 

Fari spenti: Andrea Chessa

Scegliendo Andrea Chessa, San Bernardino punterebbe sul low profile.  Nonostante abbia già assaggiato l’emozione di competere in Piazza del Campo, Nappa II si è costruito in Provincia.  Nella Provincia più vera, lontano pure dai riflettori di Asti e dagli ingaggi di Legnano.  Nei Palii snobbati dai big, ma comunque probanti sotto l’aspetto tecnico e fisico.  Piazze più piccole magari, dove però non è detto che l’entusiasmo e la voglia di vincere dei contradaioli sia direttamente proporzionale alle dimensioni del centro abitato.  Arriva da un’annata positiva, con le vittorie a Bomarzo e Bientina, dopo che nel 2016 aveva colto il secondo successo (il primo nel 2012) nel catino di Castiglion Fiorentino.  A queste si aggiungono le vittorie a Ferrara (nel 2012 per Rione San Benedetto), Casole d’Elsa e Feltre.  Palii molto diversi tra loro, vuoi per struttura, vuoi per fondo, vuoi per pressione, che raccontano di un fantino capace di adattarsi a più tipologie di corsa.  Sulla pista dello Stadio Mari lo si è visto solo nel 2011, lasciato al palo da Dino Costantini nella finale della Provaccia.  Poi più nulla.  Concettualmente, dovesse ricadere su di lui la scelta di Capitan Sciocco, lo vediamo più Robin che Batman, ma per chi si appresta a ripartire nessuna strategia è da disprezzare.

 

Riscatto: Elias Mannucci

 

Ci abbiamo creduto.  Ci ha lasciato con l’amaro in bocca.  Lo abbiamo dato per perso ma poi è stato capace di stupirci.  E quando sembrava ad un passo dallo sbocciare, ci ha deluso un’altra volta.  La nostra percezione di Elias Mannucci è ondivaga.  Gli alti e bassi sono dettati dal suo talento, misto a una buona dose di inesperienza e all’interpretazione di ruoli non sempre fortunati, spruzzato da una eccessiva sicurezza nei propri mezzi che finisce per convincerci di averne solo immaginato le qualità.  In realtà Turbine è un ottimo spunto per una Contrada in cerca di autore, vuoi per la mancanza di alternative (con riferimento all’universo Palio in senso lato) da qui a qualche anno, vuoi perché è bravo davvero.  A Legnano, il Palio 2016 ha rischiato di bruciarlo.  Difficile non pensar male quando, a valle della buona prestazione sportiva dell’anno prima, esci completamente dal novero dei papabili nella stagione successiva.  L’eccessivo rispetto per il fantino della nemica (per farvi un’idea potete riguardarvi batteria e finale del Palio 2016) può essergli costato qualcosa, ma nel Palio si tende ad avere la memoria corta e, come capita parlando di amanti, si pensa sempre che certe cose, a te, non possano capitare.  Non credo utopistico rivedere Elias a queste latitudini, se non quest’anno in futuro, e per San Bernardino potrebbe essere un nome di prospettiva come quello di Guglielmi, solo un attimo più rodato del collega.

 

Rilancio: Jonatan Bartoletti

 

Ecco, vedere Scompiglio in via Somalia renderebbe giustizia al soprannome del pistoiese.  È una pista complessa?  Certo, ma non impercorribile.  E’ vero che, nonostante l’esito del biennio a San Magno, chi gli è stato vicino in questi anni in rossobiancorosso ha fatto molto per lui, forse troppo per tradirlo andando a correre per la nemica a così stretto giro di posta.  Ma Jonatan ha un conto aperto con il Palio di Legnano, e un fantino della sua caratura può voler far di tutto per dimostrarsi fenomenale anche qui.  Al momento sembra essere l’ipotesi più calda.  Sempre che la distanza che divide oggi le parti non si riveli incolmabile.  Data per sicura la conferma del Mari a San Martino, il Bartoletti rimane, ad oggi, l’unico nome, per quanto controverso, in grado di accendere l’entusiasmo e riportare in alto le aspettative dei contradaioli.  Se è vero che Siena ha dovuto rassegnarsi a fare i conti con il suo profilo fuori dagli schemi tradizionali, dopo l’affermazione dello scorso luglio ci si aspetta di vederlo ai vertici anche lontano dalla conchiglia di tufo.  Rimane un po’ di mistero attorno a Fantasia.  Dovesse averlo ancora in stalla, prendendo Jonatan si avrebbe già un soggetto, uno solo è vero, su cui puntare, al netto della sua effettiva potenzialità.  Un costoso all-in  senza piano B.  Un’arma a doppio taglio,  pronta a far male in ogni caso, resta solo da scoprire a chi.  Un’altra scommessa da tutto o niente per entrambe le parti in gioco.

 

Sci-Fi: Andrea Mari

 

Vittime del nostro stesso gioco, ci siamo fatti prendere un po’ troppo la mano e, in un attimo di fantapalio ardito, abbiamo toccato i confini dell’immaginazione.  Andrea Mari in biancorosso.  È fantascienza, lo sappiamo.  Anche perché siti più autorevoli di noi lo hanno già confermato saldamente alla corte di Capitan De Pascali per il terzo anno consecutivo.  Però è stata una conferma in sordina.  Accanto al nome di San Martino è comparso quello di Brio senza che ci fosse un annuncio ufficiale, un’intervista, una conferma degli interessati.  E se volesse ripartire da San Bernardino?  Le condizioni sembrerebbero non esserci, ma un così abile stratega, uno capace di resuscitare già un’altra Contrada che non vedeva la finale da anni, un personaggio tanto misterioso da essere stato avvicinato a tutti, dall’estate ad oggi, uno capace di smontare ad Asti ad un niente dal Palio, ecco uno così non potrebbe sorprendere tutti e ripartire da dove nessuno se lo aspetta?  In questo caso avremmo davvero il nome in grado di riportare al massimo l’entusiasmo pre-Palio.  Difficile.  Come difficile sarebbe immaginarselo vincente con queste condizioni al contorno.  Ma con uno così dalla propria parte, la credibilità di qualunque Contrada tornerebbe ai massimi livelli.