8 domande per analizzare l’avvicinamento di Legnano al Palio 2019.
Siamo alla fine di marzo. La primavera è arrivata, e con lei è ripartita a pieno regime anche la stagione paliesca. L’appuntamento invernale di Buti ha fatto, come di consueto, da antipasto, aumentando ancor di più la fame di Palio di addetti ai lavori e semplici appassionati. Il 10 marzo, con il ritorno al Centro Ippico Etrea, Legnano ha inaugurato, oltre alla nuova pista, la stagione dei Purosangue in Provincia. Un appuntamento piuttosto ridotto nel numero dei partecipanti, ma capace di fornire ugualmente alcuni spunti di riflessione interessanti. Dopo l’intermezzo marcatamente mezzosangue di Monteroni, i “puri” sono tornati in scena – seppur marginalmente – a Pian delle Fornaci, prima di ripresentarsi questa domenica ancora a Legnano. La prima riunione, anche in virtù dei valori in campo, non era bastata a fotografare lo stato di salute delle Contrade legnanesi. Stesso discorso per le corse in Toscana che però, pur rimanendo interlocutorie in virtù delle palesi differenze a livello di distanze e tracciato, hanno permesso di rivedere in azione i cavalli più esperti, nuovamente assenti in occasione della seconda riunione lombarda. Con l’appuntamento del 31 marzo possiamo dire completata (seppur non al 100%) la prima parte di avvicinamento al Palio di Legnano 2019 . Per analizzarla abbiamo riassunto i temi più interessanti in 8 domande, a cui abbiamo provato a dare una risposta che, nei limiti del possibile, sia la più oggettiva possibile. Buona lettura.
1. Partiamo dal tema più caldo: che impatto ha avuto – e avrà – il ritorno delle corse di addestramento legnanesi al Centro Ippico Etrea?
Il ritorno delle riunioni legnanesi al Centro Ippico Etrea ha rappresentato un passo importante per tutto il movimento legnanese. Senza nulla togliere alla professionalità e all’impegno profuso negli ultimi due anni del Centro Ippico La Stella, la pista di Borsano sorge in un contesto più strutturato, che permette al pubblico di godere delle comodità di un Centro ben organizzato, e offre agli addetti ai lavori spazi più ampi in cui gestire il proprio parco cavalli. A tutto questo va aggiunta la pista, creata ad hoc per adeguarsi ai parametri richiesti dal ministero ed evitare così quegli imbarazzi che lo scorso anno avevano costretto le dirigenze ad arrivare al Palio con una sola riunione di addestramento alle spalle. Un passo decisivo per una Città che, a torto o ragione, vuole proseguire sulla strada dei Purosangue. Serve adesso lo step successivo, creare un calendario di corse che siano adeguate sotto l’aspetto numerico e interessanti dal punto di vista qualitativo. Obiettivo per ora raggiunto solo a metà, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno. Bisognerà aspettare la fine dell’anno per tirare le somme e fare un bilancio dell’investimento.
2. I soggetti più importanti hanno preferito correre a Pian delle Fornaci. Come va letto questo atteggiamento e che ripercussioni potrà avere per il futuro del Palio di Legnano?
Purtroppo, per strategia o comodità, i soggetti già esperti non sono stati portati a Legnano in occasione delle corse del 10 e del 31 marzo. Parliamo di Genarmoly su tutti, ma anche di Abanero, 2° al Palio ’18 per S. Erasmo, Uprise in finale al Palio ’17 con Brio per S. Martino e Pipistrello, vincitore nel ’17 per Legnarello. La loro mancanza non solo toglie prestigio alle riunioni fin qui disputate – per quanto siano una sorta di allenamento, provate a pensare alla Juventus che fa un tour di amichevoli in Cina senza CR7 e diteci se gli spettatori possono essere soddisfatti -, ma impedisce alle nuove leve di confrontarsi con i migliori del circuito, rendendo difficile capirne il loro livello assoluto. Un atteggiamento corretto, dal punto di vista delle Contrade, meno se lo si guarda con gli occhi degli organizzatori. Un modo per averli qui a Legnano esiste. Basterebbe istituire un Protocollo sulla falsa riga di quello astigiano, rendendo obbligatoria almeno una presenza nelle riunioni di addestramento per i cavalli che vogliono correre Palio o Provaccia. Anche se non siamo sicuri delle ripercussioni che potrà avere una scelta del genere, visto che i soggetti esperti potrebbero scendere in pista solo per onor di firma. Certo che aver investito in una pista del genere per poi vedere correre principalmente le seconde scelte o gli esordienti è limitativo, soprattutto se le corse di addestramento vogliono diventare un’occasione per promuovere il Palio di Legnano in senso lato, e non essere solo la risposta ad una mera esigenza tecnica e pratica. Perché allora non pensare di estendere la giornata di corse anche agli anglo-arabi, visto che importanti proprietari hanno già espresso il loro gradimento per un’ipotesi del genere? Forse qualcuno ha paura che, visti in azione nello stesso contesto, venga sempre di più la voglia di abbandonare la tradizione?
3. Siamo ancora a marzo e può sembrare prematuro, ma da queste prime riunioni quale Contrada è sembrata più in forma?
Per le questioni sollevate in precedenza, è difficile dare una risposta univoca. I cavalli che si sono messi in mostra a Legnano lo hanno fatto in un contesto livellato – forse – più verso il basso che verso l’alto, anche se la finale del Gran Premio del 31 marzo parrebbe dire il contrario. Per chi si è messo in evidenza a Pian delle Fornaci invece vale il discorso opposto: avversari più che quotati, ma un tracciato poco significativo. Al netto de La Flora, che dovesse ripresentarsi con Genarmoly partirebbe ancora da favorita, ci ha molto impressionato il parco cavalli di San Domenico. Normanprice, vincitore della 2° corsa secca del 10/3 a Legnano sembra aver risolto i problemi con lo steccato ed è tornato il cavallo preciso che avevamo potuto apprezzare negli appuntamenti degli anni passati. Il motore c’è, se la pressione di un ambiente molto esigente non peserà eccessivamente sulle spalle di Amsicora, sarà difficile averci a che fare. Anche Wallykazam, impegnato la scorsa domenica in due batterie secche del mattino, ha confermato quanto di buono fatto vedere nel corso della Provaccia 2018, quando era apparso l’unico in grado di fare il salto di qualità. Oggi parte dietro nelle gerarchie interne, ma rimane un back-up di lusso. Dalle prime corse è cresciuto anche Gentleman, in ombra a inizio mese, molto più attivo ieri nella 1° batteria del G.P. e negli ultimi giri della finale. Considerando il primo cavallo ci sarebbe da discutere, come completezza di organico però sono sembrati i più solidi e completi finora.
4. Finora si è parlato di San Domenico, ma che importanza va data ai successi di Brigante e Velluto, rispettivamente a Legnano e a Pian delle Fornaci?
Brigante, più di Velluto, aveva bisogno di dare un segnale forte a tutto l’ambiente, non solo legnanese. Dopo il brutto Palio 2018, il rientro in pista con Adele e l’esordio assoluto in Provincia con Le Freak nel G.P. del 10 marzo erano due passaggi fondamentali per testare lo stato di forma di Carlo Sanna e capire il livello della stalla rossobiancorossa. Due affermazioni importanti, nonostante la stagione sia solo agli inizi e il livello degli avversari non proprio di primissima fascia. La conferma di Le Freak domenica scorsa, questa volta contro l’ostico Wallykazam, è un altro buon segnale. Più importante però, in ottica Palio, la finale del Gran Premio centrata da Pantera, che ha lasciato intravedere alcune qualità interessanti. Discorso diverso per Dino Pes, chiamato solo a confermare quanto di buono fatto vedere appena un anno fa. Sant’Erasmo continua a lavorare bene e in tranquillità, una condizione invidiabile per poter provare e far crescere nuovi soggetti. A Pian delle Fornaci, Abanero vince in scioltezza la propria batteria e continua a candidarsi come una delle più interessanti alternative al solito Genarmoly. Mentre Bullet, salito a Legnano solamente per prendere confidenza con il tracciato, in campo aperto ha dimostrato di avere un bel motore. Difficile però lasciarsi impressionare, oltre a un certo limite, dai risultati ottenuti sulla pista di Pian delle Fornaci. Sarebbe stato bello averli potuti vedere entrambi in azione al massimo qui a Legnano.
5. La riunione legnanese del 31 marzo ha mostrato i progressi dei soggetti di Legnarello e Sant’Ambrogio. Possono arrivare a mettere in discussione le rispettive gerarchie interne?
Facciamo una leggera premessa. Insieme a Genarmoly e Abanero, i cavalli esperti – nonché quelli di punta – di Legnarello e Sant’Ambrogio, sono stati i finalisti della passata edizione. Tra i quattro però, se dovessimo valutare in base allo scorso anno e a quanto fatto vedere in queste prime uscite (Pipistrello in Toscana, Biliardino a Legnano), sembrano quelli meno performanti, anche se incontrarli in batteria non è stato e non sarà semplice. Per questo, vista anche la crescita che Kyllachy II e Fortnite, i nuovi soggetti di Gingillo e Tittìa, hanno palesato tra l’inizio e la fine di marzo, non ci stupiremmo se ora di giugno qualche dubbio a fantini e dirigenze venisse. Kyllachy II, anonimo il 10 marzo, è migliorato molto, disputando un bel Gran Premio. Avrebbe potuto fare anche meglio se, alla seconda curva, Brigante non lo avesse portato largo con lui. Anche Fortnite, che già alla prima riunione era apparso potente ma poco preciso, è sembrato più a suo agio nello stretto e in batteria ha dato l’impressione di averne molto di più di Gentleman. Vince il G.P. approfittando degli errori dei colleghi, ma resta comunque un bel segnale per la Contrada di Legnarello.
6. Guardiamo il rovescio della medaglia. Chi, magari perché ha deciso di avvicinarsi a fari spenti all’appuntamento del 2 giugno, è sembrato invece leggermente più indietro?
Domanda difficile e potenzialmente scivolosa. Capire chi sia davvero in difficoltà e chi invece stia solo nascondendosi non è facile. La Flora e San Bernardino, accomunate nel nome di Valter Pusceddu, viaggiano ancora a fari spenti. Il nuovo soggetto della stalla di Bighino si è fatto vedere per la prima volta a Pian delle Fornaci, prima di fare il suo esordio anche a Legnano il 31 marzo. Il suo esordio non ha però impressionato come quello de l’Inglesino lo scorso anno. Ha avuto qualche problema alla mossa e nei primi giri è sembrato in difficoltà anche a tenere la corda, penalizzato forse da un fondo meno performante di quello visto a inizio mese. Con il passare dei giri sembra registrarsi leggermente, ma resta lontano da un cavallo con una corsa in più nelle gambe. L’inglesino a sua volta, è sembrato nascondersi, concedendo al pubblico solo una importante progressione per risalire fino alla seconda posizione, dopo una mossa gestita male anche dallo stesso Mereu. Con Genarmoly in stalla, e l‘Inglesino di rincalzo, è difficile pensare che la stalla multiproprietà dell’Oltrestazione possa non essere competitiva il 2 giugno. Anzi, ad oggi resta una delle più temute. Tra gli altri visti a Legnano il meno entusiasmante è sembrato San Martino, che sembra stia provando molte soluzioni nuove, confidando nell’esperto Uprise – apparso in forma a Pian delle Fornaci – per l’atto finale. Saranno della partita anche loro a giugno, visto che né la Contrada né il fantino possono permettersi di uscire ancora sconfitti senza combattere come nel 2018.
7. Questi primi appuntamenti sono stati l’occasione per vedere all’opera fantini ancora senza ingaggio qui a Legnano. Qualcuno si è distinto più degli altri?
In tutta onestà, no. Qualcuno si è messo in mostra, non possiamo negarlo, ma è difficile pensare che per loro – o per i cavalli che portavano in dote – ci sia la possibilità di andare al Palio o alla Provaccia. Potremmo ricevere almeno due obiezioni, per cui proviamo a rispondere in anticipo ai vostri dubbi. Giacomo Lomanto ha fatto l’exploit nel Gran Premio del 10 marzo, suscitando l’interesse di San Martino per il suo cavallo. Difficile però pensarlo al via della Provaccia con il giubbetto di qualche Contrada. Strade aperte ce ne sono ancora poche e, a meno di un interesse concreto per il suo cavallo, pensiamo ci siano alternative più interessanti e meno complicate da mettere a cavallo. Anche a livello politico. L’altra obiezione potrebbe riguardare Federico Arri, vincente con il suo Blu Vacanze in una batteria interessante per la presenza del cavallo chiacchierato di San Bernardino e dell’esordiente di lusso di San Magno. Oltre a nutrire dubbi sull’effettiva competitività messa in pista dal soggetto biancorosso, bisogna ricordare che Blu Vacanze aveva già fatto parlare di sé nella primavera del 2017, per poi deludere nella Provaccia di quell’anno e del successivo, perché puntarci ancora? Per Federico invece vale tutt’altro discorso: la vittoria ad Asti e l’esordio a Siena lo rendono troppo pregiato per la corsa del venerdì sera e con le prime monte blindate è difficile ipotizzare una sua presenza. Non ha dato le risposte che ci aspettavamo Salazar di Donato Calvaccio, anche se i feedback che ci erano arrivati parlavano di un cavallo da tenere d’occhio. Nella seconda uscita è stato montato da Simone Fenu. Speriamo di rivederlo ad aprile, magari ancora con il Calvaccio, per capire se i due possono andare a riempire l’ultima casella rimasta libera per la Provaccia.
8. Argomento mossiere. Nonostante l’appello lanciato da qualche pavido legnanese tramite un noto blog paliesco, potrebbe essere di nuovo Massimiliano Narduzzi a dare la mossa del Palio di Legnano quest’anno. Un bene o un male?
Lasciateci fare una premessa. La scelta del mossiere è un tema molto delicato e, come spesso accade nel Palio, figlia anch’essa di questioni strategiche e – perché no – politiche. Politica paliesca, s’intende. Il nome di Massimiliano Narduzzi può, a torto o ragione, piacere o no, ma resta l’espressione di una scelta fatta dalle varie dirigenze di Contrada alla fine di un percorso di confronto. Un percorso che può, anzi deve, essere sotterraneo. Il fatto che qualcuno oggi esterno al pacchetto dirigenziale di una Contrada provi a “far fuori” un nome che reputa (magari anche a ragione, ripeto) scomodo o inadatto al ruolo di mossiere lo troviamo quantomeno inappropriato. Perché finora nonostante tutto, al netto delle dietrologie paliesche che sicuramente ci sono, il lavoro di Narduzzi in questi due anni è stato pienamente sufficiente. Resta inteso che Legnano deve pensare di crescere, sfruttando le corse di addestramento, anche altre figure in grado di ricoprire questo ruolo. Perché oggi, anche volendo dare ragione al pavido legnanese, sarebbe difficile trovare un’alternativa credibile al Narduzzi. E peggio di una scelta sbagliata c’è solo una scelta fatta per mancanza di alternative. Al di là di qualsiasi nome o cognome.